Il metodo MEA, il manuale di Alice Berardi e Martina Ricca per farcela davvero nell’era del web 4.0
In libreria da un paio di mesi, il Metodo Mea è la prima fatica di due 25 enni, esperte di comunicazione, con cui orientarsi nel mondo complesso della comunicazione digitale. Dai social alla pubblicità fino ai suggerimenti per muoversi al meglio sul lavoro, ecco una lettura utile
di Sara Ghidoli e Elisabetta Pina
Siamo tutti dei brand. Se lo pensate anche voi allora vi suggeriamo una lettura che potrebbe illuminarvi nel vostro percorso di futuri influencer, social media manager o PR. Il libro del mese di K MAG, per iniziare l’anno con il giusto piglio, è Il metodo MEA, tutto è comunicazione: capirla e sfruttarla per arrivare ovunque (Gribaudo) di Alice Berardi e Martina Ricca.
Le autrici sono due 25enni, esperte nel settore della comunicazione, ma soprattutto due ragazze con le idee molto chiare. Hanno iniziato il loro percorso condividendo tramite i social le loro esperienze e le loro analisi di campagne pubblicitarie e degli strumenti digitali oggi in continuo cambiamento. Dato il loro grande successo – oggi viaggiano verso i 50k su Instagram – hanno aperto la loro agenzia, la Mea Design Agency, che si occupa di supportare brand e privati nello sviluppo di strategie di comunicazione digital.
Non è una formula magica, ma ci assomiglia
Il libro è una sorta di manuale, snello e visivo, ideale per i professionisti del settore ma anche per chi è alle prime armi. Dopo aver spiegato i meccanismi che si trovano dietro a messaggi e campagne pubblicitarie, Alice e Martina parlano della loro esperienza, tra fallimenti e successi, per poi entrare nel vivo di che cos’è e a che cosa serve il Metodo Mea. Che non è una formula magica, ma un sistema per lavorare nel mondo della comunicazione senza farsi fagocitare e anche una sorta di vademecum motivazionale per farcela in mezzo all’oceano e tra gli squali.
Qualche esempio? Crearsi una rete. Ricordando la mitica regola dei sei gradi di separazione tra le persone, Martina e Alice suggeriscono di mettere in pratica quello che hanno fatto loro: imparare a osservare e non limitarsi a guardare. Insomma, usate il “pensiero laterale” e anche voi costruirete la vostra rete di relazioni preziosissime. E ancora ricordatevi di “trasformarvi dal problema nella soluzione”; “imparate a chiedere”, “informatevi sempre”, “chiarite bene prima dentro di voi che informazione vi serve prima di chiedere”. E poi, una verità nuda e cruda: “Siate consapevoli che non siete speciali. E va bene così”.
Dall’abbaglio di Tik Tok a perché un influencer non è per sempre
Insomma, Alice e Martina parlano chiaro e vanno dritte al punto. Senza fare sconti. C’è un capitolo tutto dedicato a Tik Tok, “il social delle meraviglie” e dalle infinite possibilità ma che, secondo l’analisi delle content creator, in realtà è un abbaglio. Con un algoritmo che permette di costruire una fan base dai numeri clamorosi in poco tempo non crea una community realmente affezionata. E questo in comunicazione – e nel personal branding – non va proprio benissimo. Ma non vi sveliamo altro. Lasciamo a voi il gusto di scoprire tutte le chicche di questo volume.
Dato che oggi “tutto è comunicazione”, per capirci davvero qualcosa anche noi concordiamo con le ragazze Mea, informarsi e conoscere la regola numero uno. Ecco altre tre letture da mettere sul comodino:
- La mucca viola. Farsi notare (e fare fortuna) in un mondo tutto marrone di Seth Godin
- Capire il presente. Guida alla complessità del mondo che ci circonda di Factanza media
- 15 Anni di Rincorsa: Come prepararsi al meglio (e quali errori evitare) per fare il salto nella propria carriera di Daniele Meldolesi
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