Fotografia: l’analogico approda sui social. Ecco come e perché
Di Riccardo Wolf
Viviamo in un’era dove l’attrazione per il vintage sta crescendo toccando quasi tutti gli ambiti del nostro quotidiano. Fotografia, moda, musica, videogames sono solo alcuni dei “settori” influenzati da questo fenomeno che tratteremo nella nostra rubrica oldschool is the new cool. Ed così quindi che sui social approda la fotografia analogica, tra storici, appassionati e instagrammer professionisti. Tra questi ogni mese vi racconteremo un progetto Instagram particolarmente interessante.
Vi ricordate il rumore della macchina fotografica quando scattavate, trascinavate il rullino e fino a che non ritiravate le stampe non avevate granché idea del risultato? Giorni di attesa e poi vi consegnavano in una bustina (di plastica o di carta) tutti i momenti (belli e brutti) delle vostre vacanze stampate. E così, tra soddisfazioni e delusioni, in mano comunque avevate un oggetto. Qualcosa da toccare.
Ora non è più così, tutti possediamo uno smartphone e siamo più o meno in grado di fare un ritratto, un panorama o uno still life. Migliaia di immagini che però non vengono quasi mai stampate e rimangono nel rullino del vostro telefono, ad aeternum. Ci siamo interrogati quindi sul perché si stia verificando il ritorno alla pellicola e uno dei motivi, paradossalmente, sembra proprio essere legato al fatto che con la pellicola è tutto più complicato e parecchio più lento.
L’attesa del piacere è essa stessa il piacere
Gotthold Ephraim Lessing
Simone Savo, l’influencer analogico
Oggi basta prendere il proprio smartphone dalla tasca, aprire la fotocamera, scattare ed il gioco è fatto: i vari software e programmi di post-produzione fanno il resto e la nostra foto è pronta da postare sui social. Instagram ne è la prova definitiva: l’app ci ha resi in qualche modo tutti un po’ fotografi grazie alla sua semplicità e alla possibilità di condividere i nostri contenuti con il mondo. Cerchiamo di capire allora come mai nonostante tutti siamo in possesso di mezzi digitali avanzati sia affascinanti dal complicarsi la vita comprandoci fotocamere dalle meccaniche complesse e rullini sensibili alla luce?
Le risposte, ovviamente, sono tante quante i punti di domanda e per approfondire il tema chiediamo a personaggi e instagrammer che dell’analogico ne hanno fatto la loro cifra. Iniziamo con Simone Savo, fotografo e influencer “tutto analogico”.
Allora Savo, raccontaci un po’ di te: com’è nata questa tua passione per la fotografia?
Mio padre come secondo lavoro faceva il fotografo, così fin da piccolo sono stato parte di questo splendido mondo. Con l’adolescenza ho mollato un po’ il colpo, ma dopo alcuni anni ho ripreso a scattare con una Diana, una delle mie fotocamere preferite. Da lì in poi è stato tutto un crescendo e ho deciso di condividere la mia passione su Instagram. Una delle cose che amo fare sono le “Film Soup”, delle zuppe fatte con ingrediente di ogni genere in cui si lascia a mollo la pellicola per ottenere effetti particolari e creativi. Una delle mie preferite è quella all’Amatriciana, ricondivisa anche da Lomography in un articolo per la giornata mondiale della fotografia analogica del 2021.
Cosa preferisci fotografare?
Non ho un genere di fotografia preferito, scatto foto a qualunque cosa che mi possa interessare o che catturi la mia attenzione. Possiedo circa 150 fotocamere tutte scattanti e quindi posso permettermi di sperimentare in modi molto differenti anche in funzione dell’attrezzatura che scelgo.
Come mai credi che ci sia questo ritorno alla fotografia analogica?
Credo per via degli incredibili e unici effetti che non possono essere replicati nemmeno con i programmi di post-produzione e modifica più avanzati. Il rullino è il rullino. Scattando in questo modo si è portati a ponderare ogni foto molto di più rispetto al digitale, inoltre lo sviluppo, l’attesa di vedere i negativi scansionati creano sensazioni uniche dando molta più “vita” al concetto di fotografia. Io stesso non ho ancora trovato un sensore che abbia le stesse qualità (e capacità) della pellicola.
Si continueranno a trovare in vendita i rullini?
La domanda è aumentata molto e purtroppo anche i prezzi di rullini e sviluppi sono lievitati molto negli ultimi anni. Confido che aziende come Kodak e Fujifilm tornino a produrre rullini come il Velvia o l’Astia la cui produzione è stata interrotta nei primi del 2000 e che i costi si abbassino in modo da permettere a tutti di poter giocare e sperimentare con quest’arte.
Quali progetti hai per la tua pagina Instagram @simonesavo?
Diciamo che ogni anno cerco di aggiungere novità alla mia pagina e di collaborare con realtà simili alla mia. Ora che ho raggiunto il traguardo dei 10.000 follower sto pensando di organizzare un contest fotografico; a breve ci saranno grandi novità!