Francesco Bosso e il suo grido in bianco e nero per l’ambiente
Fino al 14 dicembre alla Gallerie delle Stelline sono esposte 40 immagini del fotografo pugliese con una mostra “green” intitolata Primitive Elements
Chi direbbe che delle immagini in bianco e nero possano raccontare che la Terra è davvero in pericolo? Gli scatti di Francesco Bosso sono dei quadri, opere di fine art, che però mostrano l’angoscia di un Pianeta che muore. Paesaggi realizzato rigorosamente in analogico, con banco ottico, stampe alla gelatina. Cose che non si fanno più.
Francesco Bosso, l’erede italiano di Ansel Adams
Bosso si può considerare uno dei pochi eredi dell’arte – ormai quasi antica – del fotografo americano Ansel Adams. Ore e ore di lavoro sono richieste per ciascuna delle sue magistrali stampe. Ma la cosa che più sorprende passando da un’immagine all’altra è che questi landscape desolati sembrano gridare qualcosa. Qualcosa come: “Ti prego non ucciderci”. Ghiacciai che si stanno sciogliendo, piante annegate e lame di fuoco in mezzo alle montagne. Nessuna figura umana. Sembra quasi il preludio della fine del mondo. O qualcosa del genere.
Ritratti di una natura che sta sparendo
Bosso, classe 1959 di Barletta, è un fotografo italiano che da ben 15 anni gira per tutto il mondo con il suo ingombrante banco ottico alla ricerca delle zone più incontaminate del Pianeta. “Primitive Elements”, infatti, è un percorso di conoscenza tra scenari e paesaggi naturali fatti di ghiacciai, scogliere, oceani, isole vergini, foreste pluviali. Sono i ritratti di una terra ideale, un luogo incontaminato ormai in via di sparizione che, purtroppo, non siamo in grado di lasciare in eredità alle generazioni future. L’intenzione dell’artista è di stimolare nel pubblico la consapevolezza, sempre più urgente, della necessità di tutelare l’ambiente e di promuovere con convinzione un cambiamento culturale. Per saperne di più cliccate qui.
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